MACA PERSONALE DEL PITTORE
Pino Chimenti
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UNA GIOIOSA MACCHINA DA GUERRA
A partire da
sabato 20 aprile 2013,
il
MACA (Museo
Arte
Contemporanea Acri) ospita un’importante mostra
personale del pittore
Pino Chimenti , che rientra nell’ambito del
progetto Bancartis, promosso da
BCC Mediocrati, attraverso cui, annualmente,
l’istituzione bancaria e il museo alle porte della Sila collaborano per
promuovere la cultura e l’arte sul territorio, presentando alla Calabria
i grandi artisti che in essa hanno trovato le origini.Pino Chimenti è
reduce dalla partecipazione al Padiglione Italiano della Biennale di
Venezia del 2011, segnalato al curatore Vittorio Sgarbi dal noto critico
d’arte Gillo Dorfles, che, nel 1985, lo aveva già selezionato per
apparire tra gli artisti scelti dalla critica nel prestigioso
Catalogo dell’Arte Italiana edito da Mondadori. Dopo aver
frequentato l’Accademia di Belle Arti di Urbino, sotto la guida del
pittore Concetto Pozzati, Chimenti partecipa a numerose mostre personali
e collettive in Italia e all’estero. A partire dalla seconda metà degli
anni ’70, dopo un breve periodo di ricerca concettuale, la sua pittura
acquista maggiore libertà compositiva, avvicinandosi alla personalissima
figurazione astratto-fantastica che contraddistingue ancora oggi il suo
lavoro, mai incline a seguire mode e correnti e caratterizzato da
un’inconfondibile atmosfera fiabesca pervasa da una sottile
ironia.«Ormai da diversi anni – ha scritto Dorfles dell’artista –
prosegue nell’invenzione costante di piccoli miti personali, di strane
leggende, nelle quali dei personaggi – tra il surreale e il ludico, tra
il grottesco e l’affabile – si trastullano in mezzo a ghirlande di forme
variopinte, di marezzature cromatiche, di sottili estroflessioni
magnetiche, sempre sostenute da un minuzioso grafismo». Proprio quei
miti personali e quei personaggi ludici e surreali sono i protagonisti
della mostra del MACA, che li declina attraverso una collezione di circa
50 opere pittoriche, in cui il curatore Boris Brollo intravede
un’affinità di spirito che lega l’artista calabrese a Picasso. «Non è
una questione di forma o di segno, ma di concetto. Egli traduce
l’opposizione di Picasso al regime franchista in una opposizione
tout
court – scrive Brollo –. Egli è un moderno maestro del
racconto di questa terra calabra appartenuta a una grande storia e le
cui radici trasudano ancora di questo passato glorioso. Pure qui egli
sviluppa un senso del fantasticare che, benché affondi le radici nel
passato, guarda al futuro. Futuro in cui il concetto dell’eterna lotta
umana, oggi rimandata al virtuale, al computer e alle bombe
intelligenti, segna un punto ancora umano alla lotta a corpo a corpo».
Progetto Bancartis |
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